ATTENZIONE: il sito dell'Ordine dei Biologi del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta è in aggiornamento, alcuni contenuti potrebbero non essere disponibiliATTENZIONE: il sito dell'Ordine dei Biologi del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta è in aggiornamento, alcuni contenuti potrebbero non essere disponibili 

Ogni anno, il 12 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale delle Donne nella Scienza, una ricorrenza che ci invita a riflettere sull’importanza del contributo femminile al progresso scientifico.

La Giornata è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2015, per celebrare e promuovere l'accesso delle donne e delle ragazze all'istruzione scientifica, tecnologica, ingegneristica e matematica (STEM). Oggi, però, è diventata molto di più: non è solo un'occasione per celebrare le scoperte e i contributi delle donne in ambito scientifico, ma anche per mettere in evidenza quanto ancora resti da fare per garantire una vera parità di genere in questo settore. La parità di genere e la riduzione delle disuguaglianze, infatti, non sono solo una questione di giustizia sociale, ma di progresso stesso, come la stessa Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile afferma.

Le donne hanno da sempre dato un contributo fondamentale al mondo della scienza, ma molte delle loro scoperte sono state ignorate o marginalizzate, a volte addirittura nascoste dietro i nomi degli uomini che le hanno sfruttate. Parlando di donne che hanno segnato la storia della scienza, bisogna riconoscere che la loro lotta per il giusto riconoscimento è stata anche e soprattutto una battaglia contro la visione patriarcale e sessista della scienza stessa, dei cui frutti beneficiano ancora oggi tutte le donne del mondo.

Per celebrare con consapevolezza questa importante giornata, dunque, è necessario fare luce su queste figure, per restituir loro il giusto riconoscimento e apprezzarne i frutti.

Marie Curie: una storia di scienza e determinazione

Non possiamo iniziare questo viaggio senza fare un tributo a Marie Curie, simbolo per eccellenza della lotta per l'affermazione delle donne nella scienza. La sua scoperta della radioattività, che ha cambiato per sempre il corso della fisica, è solo una delle tappe fondamentali di una carriera che l’ha portata a vincere ben due premi Nobel, un’impresa mai riuscita a nessun altro. Ma il suo cammino non è stato certo privo di ostacoli. Essere una donna scienziata nella Francia di fine Ottocento significava sfidare convenzioni e pregiudizi. Marie, spesso ridotta al ruolo di "moglie di", ha avuto poco sostegno dalle istituzioni accademiche, nonostante il suo straordinario talento. Eppure, la sua determinazione le ha permesso di diventare una delle scienziate più influenti della storia, una personalità che ancora oggi ricordiamo con riconoscenza.

Rosalind Franklin: la donna che ha davvero scoperto il DNA

Nel 1953, la struttura a doppia elica del DNA venne finalmente svelata: Watson e Crick se ne assunsero i meriti. Ma quella scoperta non sarebbe stata possibile senza il lavoro fondamentale di Rosalind Franklin. L’immagine cristallografica del DNA che Franklin ottenne con la diffrazione dei raggi x fu la chiave per comprendere davvero la struttura del DNA, ma purtroppo il suo contributo non venne nemmeno citato nel discorso di ringraziamento di Watson, il quale si proclamò "protagonista" di quella scoperta. Franklin, che morì giovane, quindi, non vide mai riconosciuto il giusto merito per il suo lavoro. La sua vicenda è simbolo ancora oggi di una lunga tradizione di donne le cui scoperte sono state messe in ombra dal pregiudizio di una società che le relegava ai margini, nonostante le loro menti brillanti.

Ada Lovelace: la prima programmatrice

Un altro nome che merita di essere ricordato è quello di Ada Lovelace, che nel XIX secolo formulò quello che oggi viene considerato il primo algoritmo informatico, anticipando di un secolo l’avvento dell’informatica moderna. Ada, figlia del poeta Lord Byron, non si accontentò di essere solo una matematica: la sua visione del calcolatore, non come semplice macchina da calcolo, ma come strumento in grado di eseguire operazioni più complesse, ha avuto un impatto duraturo e decisivo. Eppure, come spesso accade, il suo reale contributo venne riconosciuto solo secoli dopo. Nonostante la sua genialità, Ada non ricevette il giusto riconoscimento nel corso della sua vita e la sua eredità scientifica fu per molto tempo nascosta.

Mary Anning: un successo ostacolato da una visione preistorica

Mary Anning rappresenta sicuramente una delle figure più straordinarie della paleontologia. Vivendo nella zona costiera di Lyme Regis, in Inghilterra, Anning scoprì fossili di dinosauri e altre creature preistoriche, che hanno cambiato la nostra comprensione della Terra. Nonostante il suo enorme contributo, la sua carriera scientifica venne costantemente ostacolata dal fatto che fosse una donna e provenisse da una classe sociale bassa. Le sue scoperte vennero ignorate o attribuite ad altri uomini. Tuttavia, oggi conosciuamo i fondmentali contributi di questa donna, incapace di accettare i pregiudizi sociali della sua epoca.

Katharine McCormick: la rivoluzione sociale femminile

Simile è la storia di Katharine McCormick, un nome che difficilmente troverete nei libri di storia, ma che ha avuto un impatto enorme sul destino di milioni di donne in tutto il mondo. La McCormick, infatti, è stata una delle principali finanziatrici dello sviluppo della pillola anticoncezionale, una scoperta che ha radicalmente cambiato la vita di molte donne, consentendo loro di prendere il controllo della propria fertilità e di intraprendere carriere e studi senza il timore di una gravidanza indesiderata. Il suo contributo è stato fondamentale nel movimento femminista e nella lotta per i diritti riproduttivi, ma anche lei ha dovuto lottare per vedere riconosciuto il valore del suo impegno scientifico.

Infatti, la McCormick affrontò resistenza sia in primo luogo dalle istituzioni religiose e politiche, sia successivamente dal predominio maschile nel mondo scientifico, e il suo ruolo nel finanziamento della ricerca venne minimizzato. Tuttavia, la sua visione audace e determinazione, alla fine, hanno reso possibile la creazione e la messa in commercio della prima pillola anticoncezionale, segnando una rivoluzione sociale e culturale, liberando le donne della sua epoca da un obbligo riproduttivo imposto dal patriarcato, e cambiando profondamente la mentalità della società e la vita quotidiana delle donne.

Le prime donne afroamericane alla NASA

Un’altra storia di donne straordinarie che si fa strada tra i confini dell’uguaglianza etnica e scientifica, riguarda Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson, tre figure fondamentali che hanno contribuito in modo decisivo al successo della NASA durante la corsa allo spazio. Le loro incredibili capacità matematiche e ingegneristiche hanno permesso di calcolare traiettorie fondamentali per le missioni spaziali, ma il loro ruolo è stato ostacolato e ignorato per lungo tempo, sia a causa del loro genere sia per via del colore della loro pelle. Katherine Johnson, con le sue straordinarie capacità di calcolo, determinò la traiettoria per l'orbita di John Glenn, primo astronauta americano a orbitare attorno alla Terra. Dorothy Vaughan, che divenne una delle prime esperte di computer, ha affrontato numerosi ostacoli nella sua carriera, mentre Mary Jackson è stata la prima ingegnera della NASA, aprendo la strada per le donne di colore nel campo dell’ingegneria aerospaziale. Nonostante il loro straordinario contributo, il riconoscimento che meritavano è stato negato, relegandole a ruoli marginali e lasciando che la storia celebrasse altri uomini, più visibili, privilegiati, e bianchi. Queste donne, però, sono riuscite a fare la differenza, e oggi il loro impatto è finalmente riconosciuto, non solo nella scienza, ma anche come simbolo di lotta contro il razzismo e il sessismo che dominavano la loro epoca, ma dai quali non si sono mai lasciate vincere.

Un futuro di parità per il progresso scientifico

Oggi, nel 2025, quando celebriamo la Giornata Internazionale delle Donne nella Scienza, dunque, è importante ricordare che la lotta delle donne nel mondo scientifico non è finita. Nonostante i progressi, il gender gap nelle STEM è ancora ampio. La parità di accesso alle carriere scientifiche, la parità salariale e la lotta contro gli stereotipi di genere sono obiettivi ancora lontani.

Le storie delle donne che hanno fatto la storia della scienza ci ricordano che le donne hanno sempre avuto un ruolo cruciale per il progresso, ma che questo ruolo è stato spesso invisibile o sminuito. Celebrando queste donne, non solo ne onoriamo la memoria, ma riconosciamo anche l’importanza di continuare a spingere per una scienza più inclusiva e paritaria.

Il cammino è ancora lungo, ma possiamo tracciare un futuro in cui ogni scienziata, indipendentemente dal suo sesso, o dalla sua etnia, abia la stessa opportunità di fare la storia e di lasciare un’impronta indelebile nel progresso dell’umanità. La scienza senza donne è una scienza incompleta, e la responsabilità di ognuno di noi è quella di assicurare che nessuna scoperta rimanga nell’ombra.Questo è lo scopo della giornata di oggi.

Perciò, mentre celebriamo i successi delle donne che hanno cambiato il corso della scienza, è fondamentale guardare al futuro. Le storie di queste eccezionali donne possono e devono ispirare le bambine e le ragazze di oggi a sognare in grande e a perseguire le loro passioni scientifiche senza paura di pregiudizi o preconcetti. Ogni giovane mente ha il potenziale per fare la differenza, e queste storie ci mostrano che anche in tempi difficili, le donne sono sempre riuscite a superare le sfide, a rompere i muri e a tracciare nuovi sentieri. Nella scienza non esistono limiti per chi è determinato. Supportare la passione scientifica delle ragazze di oggi significa investire nel nostro futuro, per un mondo dove ogni genere, ogni colore, cultura o provenienza, possa dare il suo contributo, creando scoperte che cambieranno il mondo di domani.