Oggi, 24 luglio 2025, l’umanità ha ufficialmente esaurito il capitale naturale che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di un anno. Questo giorno è noto come Earth Overshoot Day. Da domani, per il resto dell’anno, vivremo in debito ecologico: continueremo a consumare risorse e a emettere gas serra ben oltre la capacità del pianeta di compensare o rigenerare.
L’Overshoot Day è un indicatore della crescente frattura tra le attività umane e i limiti biofisici della Terra. Ogni giorno dopo questa data rappresenta un prelievo a carico e discapito del futuro.
Un calcolo che parla chiaro
Il Global Footprint Network determina l’Overshoot Day confrontando l’impronta ecologica dell’umanità con la biocapacità globale. Nel 2025, la soglia è stata superata otto giorni prima rispetto all’anno precedente. Secondo le stime, stiamo utilizzando risorse equivalenti a quelle di 1,8 pianeti. Un dato drammatico, tanto semplice da comprendere quanto impossibile da sostenere nel lungo periodo.
L’anticipo costante di questa data è un segnale inequivocabile di un sistema in disequilibrio. Eppure, questo squilibrio è diventato la norma, il che rende ancora più drammatico l'evento.
Per chi opera nel campo delle Scienze Biologiche, l’Overshoot Day è più che un simbolo: è la sintesi drammatica di ciò che osserviamo nei dati, sul campo, nei laboratori. La perdita di biodiversità, il collasso degli ecosistemi, l’alterazione dei cicli biogeochimici, il declino dei servizi ecosistemici essenziali sono tutti fenomeni riconducibili a un eccesso di pressione antropica sulla biosfera. In altre parola, la colpa è nostra!
Non siamo spettatori. Siamo testimoni diretti e fautori (colpevoli) di una trasformazione ambientale senza precedenti, e in molti casi, irreversibile.
La gravità e le conseguenze: presenti, prossime, permanenti
Superare la biocapacità planetaria significa:
- esaurire riserve vitali prima che possano rigenerarsi
- spingere gli ecosistemi oltre i loro punti di non ritorno
- ridurre la resilienza naturale di cui abbiamo disperatamente bisogno per affrontare le crisi climatiche e sanitarie odierne
- minacciare la sopravvivenza delle stesse specie che studiamo e amiamo, e della nostra civiltà.
L’equilibrio ecologico non è un lusso o un’utopia: è la condizione minima ed essenziale per la sopravvivenza della vita sul pianeta.
Gli effetti dell’overshoot non sono lontani nel tempo o nello spazio. Sono qui e ora.
- A breve termine, assistiamo a siccità sempre più intense, crisi alimentari localizzate, perdita di fertilità dei suoli, migrazioni climatiche e aumento delle zoonosi.
- A lungo termine, ci attende una progressiva riduzione della produttività biologica globale, l’erosione di habitat naturali, l’impoverimento genetico delle specie, l’instabilità degli equilibri ecologici e sociali, fino alla nostra stessa estinzione.
La perdita di equilibrio ecologico è una crisi sistemica che non può essere affrontata con risposte settoriali.
Il ruolo della Comunità Scientifica
In qualità di Biologi, abbiamo una duplice responsabilità: quella della conoscenza e quella dell’azione. Non possiamo limitarci a documentare il declino. Dobbiamo contribuire a invertire la rotta. Questo significa farsi promotori e attori di un cambiamento profondo, non solo nel comportamento dei cittadini, ma soprattutto nelle scelte politiche, nei modelli economici, nei paradigmi culturali.
L’Overshoot Day deve diventare una linea rossa invalicabile, e non una tappa fissa del calendario, destinata ad essere anticipata anno dopo anno.
Le soluzioni esistono. La letteratura scientifica che tanto analizziamo lo dimostra.
- Dimezzare le emissioni globali di CO₂
- Ridurre lo spreco alimentare
- Investire in agroecologia
- Proteggere gli ecosistemi forestali e marini
- Limitare l’urbanizzazione incontrollata
Ogni azione può (e deve) contribuire a spostare la data più avanti nel calendario.
Ma serve una volontà collettiva, fondata su comprensione, collaborazione, coraggio, visione comune e non egoistica.
L’impronta che lasciamo non è solo ecologica, è etica
Il 24 luglio 2025 non è semplicemente una data. È un giudizio. È la prova tangibile che stiamo consumando più di quanto ci sia concesso dalla Biologia, dalla fisica e dalla responsabilità morale verso le generazioni future.
Ogni giorno dopo l’Overshoot Day è un giorno rubato, che stiamo prendendo in prestito da chi verrà dopo di noi, da specie che non hanno voce, da ecosistemi già al limite della resilienza.
Abbiamo varcato un confine. Ora la scelta non è se tornare indietro, ma quanto ancora vogliamo spingerci oltre prima che tutto crolli su di noi.